seppuku

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Estrarre le proprie budella per mostrare la purezza della propria anima: il Seppuku dei Samurai era questo.
I social network mutano, si contaminano, si combattono.
Seppukoo.com è l’esempio di una comunicazione non convenzionale basata sui principi del viral marketing.

Quante persone, secondo voi, hanno disattivato o cancellato il proprio account su Facebook?
…ok, ma quante hanno trasformato questa scelta in un gesto memorabile?
I più si sono defilati, probabilmente stanchi dell’egocentrismo idioteggiante e del voyerismo ipocrita che dominano il social network più conosciuto del momento. Oppure a seguito di sedute psichiatriche o con un gruppo di ascolto: del tipo “ciao, sono Mauro e ho un problema con Facebook”.
Il Seppukoo va oltre: non dovete far altro che inserire i vostri dati e scegliere il template per la vostra lapide. Una volta composto il vostro epitaffio potrete invitare i vostri contatti che, plausibilmente sbigottiti, se non inquietati, potranno commentarlo. Alcuni si sentiranno traditi, come quando un vostro amico, il più alcolista, il più drogato, vi comunica che ha smesso, e vi fa sentire delle merde perchè voi siete già lì col campari nel bicchiere alle 4 del pomeriggio. Ma l’effetto è interessante: chi di voi non ha pensato, almeno una volta, di voler assistere al proprio funerale, solo per vedere le facce dei presenti?

Go seppukoo! Have a really cool radical chic experience.
Detto questo, c’è un che di concettuale che va oltre il puro desiderio di stupire. Il social network Seppukoo infetta Facebook come un virus, contagiandone gli utenti, e riesce ad essere più efficace di qualsiasi virus informatico in quanto si replica nelle persone, ha a che fare con i comportamenti, i simboli, le idee, non con il linguaggio binario delle macchine. Un software si può modificare, aggiustare. Ma se il bug è nell’uomo, nessun programmatore, per quanto talentuoso, potrà mai intervenire. In teoria perchè, beh, in pratica tutta questa storia somiglia più a un giochetto col gusto della provocazione.
…pensate di aver visto tutto, di sapere tutto di me, ora che siamo “amici” su Facebook?
e allora ho deciso di farvi vedere le mie budella, per mostrarvi la purezza della mia anima!
Ovviamente, i furbacchioni che hanno creato seppukoo.com la sanno lunga: i contatti cui spedirete il link alla vostra tomba virtuale saranno incuriositi e molti metteranno il naso nella home page del loro servizio. C’è addirittura una classifica: più persone convincerete a suicidarsi, più salirà il vostro punteggio (questo mi ricorda le x di Berna B. in Bumba Atomika). Aggiungo infine che l’account su Facebook non verrà affatto cancellato, ma solo disattivato fino al vostro successivo log in.
Congratulations. By committing seppukoo you finally reached the light at end of the tunnel of your virtual life. You ceased to be someone in order to finally become anyone. We hope this is just your first step for the definitive liberation of your body from any identity constriction.
Queste le ambiziose speranze con le quali la vostra anima verrà accolta nel limbo dei “non facebookiani”..
Tutto questo, con le dovute differenze, mi riporta alla mente il suicidio rituale di Luther Blissett e la chiusura del L.B. Project, 10 anni fa: una scelta fatta per liberare l’individuo, o meglio il condividuo, non per ucciderlo.
Rimane solo da chiedersi: ok, la cosa è ben fatta, ma… cui prodest?

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